Alzaia Naviglio Grande 66 3 scaled Pubblicazioni Pubblicazioni, editoriali e libri di autori lombardi.
Pubblicazioni di autori lombardi

Pubblicazioni

Libro Castellanza

Castellanza – Sguardi Memorie Futuro

AIF Archivio Fotografico Italiano

Una libro fotografico che, partendo dal territorio cittadino, ben delineato in questo libro, rappresenta le esperienze e lo sguardo di differenti autori, affermati ed emergenti, che esprimono con i loro lavori un punto divista, un periodo storico, una lettura della realtà filtrata dalla propria sensibilità, un’operazione che li ha condotti nella città alla ricerca di prospettive in bilico tra passato e presente, con uno sguardo al futuro.
La prima parte del volume, in bianco e nero, ritrae il recente passato, gli anni ’90, che hanno segnato importanti mutamenti, da paesaggio industriale a spazio residenziale, spostando di fatto la prospettiva, intesa come atto del guardare, che solo la fotografia può interpretare pienamente per la memoria collettiva, senza ambiguità.
I tre autori, Claudio Argentiero, Roberto Bosio e Gabriele Cova, si sono misurati proprio con le modificazioni, documentando trasformazioni e smantellamenti che non sono denuncia o esaltazione del brutto, ma scene mutanti e reminiscenza, nel fluire del tempo.
Incontriamo la stazione moderna, a tratti futurista, dalle linee geometriche e armoniche che pare vibrino quando accarezzate dalle folate del vento, poi la notte, che abbraccia i silenzi e addolcisce la visione, avvalendosi di atmosfere sognanti, in cui le rigorose linee degli edifici mutano in labirinti e profili d’ombra impenetrabili, immobili ma dialoganti.
Nello scorrere delle pagine emerge il colore, che trova rispondenze nella attualità della forma, come un’eco risonante che guarda al futuro senza tralasciare il passato, coniugando valori e significati, per tornare al bianco e nero, dai toni graduati, che nell’essenza si veste di grigi. Dare un volto al reale sembra essere il filo conduttore di questo volume, con espressioni differenziate nell’intervallo del tempo, finalizzate a congiungere le aspettative biunivoche, nell’ambito di una complessiva attitudine intellettuale, che fa del pensiero il centro dell’azione e l’analisi di un sentimento, in cui la percezione assume il volto della forma, qui ben delineata.

Testi di: Claudio Argentiero
Pagine: 128
Illustrazioni: colore / bianco e nero
Volume disponibile presso la Biblioteca Civica di Castellanza


LA FABBRICA RITROVATA

LA FABBRICA RITROVATA: ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE NELL A VALLE OLONA: mostra di archeologia industriale nella Valle Olona

Musei Civici di Villa Mirabello, 28 gennaio-12 marzo 1989 ,mostra e catalogo a cura di Renata Castelli e altri

Questo lavoro restituisce un quadro assolutamente esauriente dell’archeologia industriale nella Valle Olona, integrando in modo esemplare la documentazione esistente con la descrizione dell’esisitito. Un risultato del genere sembra d’altronde il segno di un positivo, produttivo incontro tra la storia locale, le esigenze di una corretta conoscenza del proprio passato prossimo e la ricerca universitaria: punto di partenza dell’indagine sono stati, non a caso, due studi condotti presso l’Università Statale di Milano, il cui Istituto di Storia dell’arte si può considerare uno dei punti di riferimento più importanti per gli studi di Archeologia Industriale in Italia.
Se molto è stato fatto, quanto a ricerca e conoscenze pure, più ancora rimane da fare. La necessità di un’accelerazione è oggi imposta da un problema chiave della gestione del territorio in una società che si ama definire postindustriale: quello delle aree e delle strutture produttive dismesse. E’ un problema che si pone in modo urgente soprattutto nelle città che hanno avuto un intenso passato industriale e nelle loro periferie storiche: che fare di grandi superfici coperte da capannoni, impianti, stabilimenti oppure di singoli edifici, più o meno grandi, che hanno ormai concluso il loro ciclo vitale?

Testi di: Renata Castelli e altri
Pagine: 177
Illustrazioni: colore / bianco e nero
Anno: 1989
Volume disponibile presso la Biblioteca Civica di Castellanza


DAI MULINI ALLE CATTEDRE

Dai mulini alle cattedre

Maddalena Galli e Luigi Passerini

Il mulino è stato il fulcro del sistema economico legato al fiume Olona. I mulini erano utilizzati per la macina dei cereali, ma non solo: basti pensare alla lavorazione dei semi per la produzione di olio, alla lavorazione della lana e dei tessuti di cotone, alla pilatura del riso, alle segherie i legname, alle segherie di marmo (zona di Viggiù).
Lo sviluppo dei mulini sul fiume Olona è stato un importante segno premonitore del boom produttivo che, a partire dai primi anni dell’Ottocento, ebbe come scenario il nostro territorio, dove sono sempre stati presenti due importanti fattori: la forza motrice dell’acqua e l’operosità della popolazione.
Molteplici sono i fattori che hanno consentito al territorio attraversato dall’Olona di diventare la cosiddetta “culla” dell’industria lombarda: disponibilità finanziaria degli operatori, ricchezza di manodopera, tendenza a concentrare il maggior numero di opifici in campagna, dove erano presenti antiche tradizioni artigianali; presenza di una buona rete di comunicazioni stradali, ferroviarie e fluviali; intensi scambi economici con i mercati della Pianura Padana e con la Svizzera, condizioni climatiche favorevoli e , di non minore importanza, la difficile situazione dell’agricoltura, con la conseguente espulsione di forza-lavoro dal mondo agricolo.
Gli ultimi decenni della storia di Castellanza vedono il passaggio dall’industria al terziario avanzato, cioè ai servizi con elevato grado di innovazione tecnologica e informatica .
Particolare rilievo assume, nel 1991, la nascita del LIUC (Libero Istituto Universitario Carlo Cattaneo) che concorre a questa trasformazione socio –economica, mantenendo tuttavia un legame di continuità con la tradizione industriale della città, attraverso un intelligente riutilizzo degli edifici della ex “Cantoni”.

Testi di: Maddalena Galli e Luigi Passerini
Pagine: 80
Illustrazioni: colore / bianco e nero
Anno: 2007
Volume disponibile presso la Biblioteca Civica di Castellanza


2019 AFI VARESE Copertina Nuova 1

VARESE. IL BIANCO, IL NERO E IL COLORE

Claudio Argentiero, Roberto Bosio, Franco Pontiggia

Cos’è una città se non un reticolo di vie e di pensieri, di piazze scosse dallo scalpiccio frettoloso del mattino e dalle auto in frenata, di marciapiedi nuovi o sbrecciati, di pareti mute o svegliate dalle voci e cullato dai ricordi? Varese è questo e qualcosa di più.
E’ un incrocio di vite e di arterie, di umanità e di pietre, di cuori e di cemento, di vetro e neuroni, asfalto e talenti, culle e cimiteri, boschi e rimpianti, monti e panorami sfacciati. E’ un organismo che si muove e che respira, dorme, mangia, compra, vende.
Talvolta sembra crescere, altre volte stendersi e riposare, per riprendere fiato e ripartire. E’ il fruttivendolo di una volta, quello che sorride di fronte alla sua merce.
E’ lo scrittore con il capo chino sui fogli battuti a macchina. E’ il tramonto sul lago, l’alba sulla basilica, i pendolari in sala d’attesa: metafora pirandelliana dell’eterno passaggio, dell’incedere di una Storia che lascia indietro tutti, senza dimenticare nessuno.
Perché c’è (e ci sarà sempre più) un’immagine, uno scatto, un viso, una mano sollevata in quel modo, in quel momento; un taglio di luce che solca l’elegante stanza dell’antica dimora, l’imponente lampadario guardato a vista dai poeti; l’augusta scalinata che ha raccolto l’incedere dei grandi.
Varese, a seconda di chi la osserva e di chi la immortala, è un po’ paradiso terrestre e un po’ cittadina di provincia, un po’ punto di arrivo e un po’ capitale decaduta di idee e capitali, di pionieri e capitani.
E’ un ombelico accarezzato, un fiore da campo, un tuffo nel lago dell’eterna speranza, della futura nuotata, dell’auspicabile rinascita. Ma è anche l’orgoglio dello sguardo, che ti fissa e che ti cerca, ti indaga e ti interpella. Sfacciato, curioso, intraprendente. E’ la fatica del fare, l’energia della sfida, la ricchezza del sacrificio.
E’ un bimbo capriccioso e viziato ed è un vecchio con le guance scavate dalla delusione. E’ la piazza vuota, ammaccata dalla pioggia ed è l’elegante corteo al seguito di chi conta. E’ la colonna che custodisce i messaggi amorosi di chi c’era e non c’è più ed è la nevicata che attutisce, silenzia e dipinge. E’ la passeggiata, il sorso di caffè, la risata nell’angolo.
E’ il bagaglio di umanità nella cassapanca di Franco; la fame di spazio e di cielo che anima Claudio; la materia vitale, espressiva, imponente di Roberto. E’ la città che non c’è più e quella che non c’è ancora. E’ lei. Sono loro. Siamo noi.

Testi di: Matteo Inzaghi
Pagine: 160
Illustrazioni: colore / bianco e nero


Busto Immaginicittaimmaginata

Busto Arsizio – Immagini di una città immaginata

Carlo A. Tancredi, Anonimo d’archivio, Claudio Argentiero

Protagonista delle prime pagine è la vita, che formicola nelle strade e nelle piazze. I quadretti, composti dall’anonimo, lasciano le case, le chiese e i palazzi a fare da quinte e scenario alla gente, impegnata a passeggiare e affaccendarsi, come lo spirito della città impone. Lo fanno nei costumi, secondo le mode del tempo, in posti che non sono troppo diversi dagli attuali, ma irrimediabilmente diversi, benché si riconoscono dal primo istante.
Finora, una ricerca condotta anche attraverso un gruppo di Facebook non ha dato un nome all’autore. Non è escluso che, prima o poi, si presenti o alcuno ne indovini l’identità. Allora, sarà il diretto interessato a spiegare cosa lo spinse a fotografare attimi tanto banali, eppure tanto incantevoli.
Negli scatti dell’anonimo c’è l’imbianchino arrampicato sulla scala a pioli, davanti al un lampione dalla forma inequivocabile. Un ambulante aggiusta la motoretta. Sul manubrio, è montato il refrigeratore del “Super gelato”, come oggi neppure in cartolina. Impagabile è lo spaccato di piazza San Giovanni, ripresa dalla torre campanaria della basilica. Guarda le auto, parcheggiate nelle aree di sosta. Ancora una volta, è il tempo a dare la misura di un’immagine presente, che si scolora nel passato prossimo.
Segreta è invece la Busto della seconda sezione. Qui, il colore caldo e agée lascia spazio al bianco e nero, che racconta con lo stile del reportage i freddi cortili e le penombre.
La poetica del professor Mario Tancredi fa da controcanto all’opulenza della città operosa, che si scopre improvvisamente misera, non senza provarne vergogna. “Venivo a fare visita a mia cognata, che aveva una brutta malattia ed era in cura all’ospedale di Busto”, ricorda Tancredi, docente in pensione. All’epoca, insegnava italiano e latino al liceo scientifico di via Vittorio Veneto, a Milano.
Succedeva tra il 1984 e il 1985: “Nei momenti liberi, percorrevo le vie del centro. Scoprivo una città affatto estranea al mio immaginario. Quando pensavo a Busto Arsizio – succedeva a me come a chiunque, – la mente correva all’epopea del tessile, al benessere di un industrioso borgo padano, dove i soldi giravano a vagonate. Erano gli anni della Milano da bere e, per quello che ne sapevo direttamente, Busto non era da meno”.
La realtà che il professor Tancredi spalanca, celata dai portoni socchiusi, contraddice l’immagine della città immaginata, arricchendola di inesprimibile poesia: “Rimasi affascinato dalla visione delle corti popolari, dove mancava tutto, a cominciare dall’acqua calda e dall’illuminazione. Iniziai a ritrarre quei luoghi con dedizione e con la passione per la fotografia. Usavo una Hasselblad e una Nikon F3, che montava un grandangolare dalle qualità favolose, senza linee cadenti. Girai per mesi, macchina in spalla, aspettando la luce giusta, le ombre appropriate, chiedendo alla gente di posare per me”.
Dalla Busto delle corti e dalla passione del professore, nascono 120 scatti. Una decina si conquista la ribalta l’anno seguente, alla ex Fiera di Milano, in occasione del Salone Internazionale d’Arte e Fotografia: “Vennero stampate in formato fine-art dallo stampatore di Gianni Berengo Gardin. Anche il Comune di Busto si interessò, ma non se ne fece niente”, ricorda Tancredi, 83 anni d’età. Insieme all’anonimo, stampe e negativi sono depositate in archivio, in attesa soltanto di essere strutturati.
La terza e ultima sezione è firmata da Claudio Argentiero. Ha come oggetto l’architettura e si riferisce al movimento: “Lento e rapido che sia, ogni movimento in atto nella società deforma e riadatta – o degrada irreparabilmente – il tessuto urbano, la sua topografia, la sua sociologia, la sua cultura istituzionale e la sua cultura di massa (diciamo: la sua antropologia)”. Il passo è ancora di Italo Calvino. Si trova in un articolo intitolato Gli dèi della città. Pubblicato nel 1975, è incluso nella raccolta di saggi Una pietra sopra.
“Città diverse si succedono e si sovrappongono, sotto uno stesso nome di città. Occorre non perdere di vista quale è stato l’elemento di continuità che la città ha perpetuato lungo la sua storia, quello che l’ha distinta dalle altre città e le ha dato un senso. Ogni città ha un suo programma implicito, che deve saper ritrovare ogni volta che lo perde di vista, pena l’estinzione. Una città può passare attraverso catastrofi e medioevi, vedere stirpi diverse succedersi nelle sue case, vedere cambiare le sue case pietra per pietra, ma deve, al momento giusto, sotto forme diverse, ritrovare i suoi dèi”, conclude l’autore de Le città invisibili.
Se non si palesano, gli dèi di Busto si lasciano quanto meno intravedere. Sono i lavori per lo spostamento dell’obelisco ai caduti, ora in piazza Trento e Trieste. Sono la vecchia insegna con il biscione dell’Inter Club, in piazza Vittorio Emanuele. Sono le demolizioni delle vecchie fabbriche, svuotate di operai, macchinari e lavoro. Tra la via Mazzini e piazza Manzoni, sorgeranno palazzine. Sono i cortili scomparsi: gli stessi immortalati dal professore milanese, appena poche pagine prima.
Sia chiaro. Non è un libro incline alla nostalgia questo, né alla denuncia. L’occhio panoramico si sofferma su una città in cambiamento. Dalla stazione ferroviaria delle Nord al restauro della cappella di San Carlo, l’anello di congiunzione tra passato e presente coglie l’attimo della metamorfosi. Il viaggio, proposto in queste pagine, mostra una città che non esiste, ma mantiene determinate caratteristiche.
Di Busto Arsizio, si diceva fosse “la città delle cento ciminiere”. Lo è ancora. Sono ciminiere invisibili che raccontano una storia di imprenditorialità, di operosità, che ha elevato un tessuto sociale dalla miseria e che ha bisogno di cambiare, per esprimersi secondo i tempi, per mantenersi fedele a se stessa. Lo fa con accenni di poesia e con tanto ottimismo, nella certezza di ritrovare sempre i suoi déi.

Testi di: Carlo Colombo
Pagine: 126
Illustrazioni: colore / bianco e nero


Libro Olgiate Olona

Olgiate Sguardi contemporanei di luce

Claudio Argentiero

Un nuovo sguardo su Olgiate Olona è quello proposto in questo volume, che ribalta la prospettiva consueta per svelare, dalla periferia al centro e viceversa, un paese onirico nel quale la luce si manifesta a piccoli passi, attraverso una visione più artistica affidata a Claudio Argentiero e che rimarca la bellissima esperienza dei bambini dell’OPAI, la maestosità di villa Greppi Gonzaga, senza dimenticare le ville prestigiose della famiglia Restelli e Tovo.
Uno sguardo che intende condurre un’indagine sul territorio con diverse tecniche e spunti che riescono a riconfigurare il rapporto con il reale e i processi produttivi legati all’Olona. La carica emozionale che attraversa il percorso visivo è quella di chi quei luoghi li vive e li vede ogni giorno, quasi con indolente inerzia quando invece tutta la storia, le radici e i volti sono lì, a portata di mano pronti per essere ricordati, rinsaviti o per farci ancora sorprendere.
La fotografia ci permette di riflettere sul nostro passato e sulle nostre radici primigenie, ci permette di far fruire ad un pubblico attento gli aspetti più reconditi, di fare utilizzare alle giovani generazioni strumenti di indagine innovativi e di lasciare ai posteri una testimonianza dell’importante patrimonio artistico accumulatosi.
Un lavoro prezioso, di grande utilità, cui non potrà non attingere chiunque faccia ricerca o voglia semplicemente conoscere la realtà artistica e territoriale di Olgiate Olona, un’indagine capace di promuovere le diverse vocazioni di uno spazio dato, attraverso una reale connessione tra luoghi e le eccellenze in ambito culturale e produttivo.
La cultura di una città esprime l’energia delle persone che vi abitano e che si dedicano con la loro identità e il loro talento alle diverse modalità per valorizzare il patrimonio e per condividere idee. E non è un caso che si ricorra al termine città, che se da una parte è campo di conflitti, si presenta comunque più ricca di prospettive, aperture e opportunità per chi vi abita e per chi vi giunge. Un sogno che rincorro da tempo…. ma a volte i sogni si realizzano.
Giovanni Montano – Sindaco di Olgiate Olona

Testi di: Alfiuccia Musumeci, Paolo Maccabei, Pietro Balossi Restelli, Aldo Braccio
Pagine: 140
Illustrazioni: colore / bianco e nero


Libro Sei a Milano

Sei a Milano

Autori Vari

SEI A MILANO. Sei nel senso di trovarsi qui e non altrove oppure nel senso del Municipio numero 6, quello dei Navigli che così fortemente caratterizza la città? Sicuramente l’uno e l’altro, tanto che potremmo anche titolare questa bella raccolta di fotografie d’epoca e di oggi con un significativo “Essere Milano”. Le diverse immagini – e il valore dell’insieme sta proprio nella diversità di occhi, temi, mano, sensibilità degli autori – ci offrono la fotografia più nitida dell’essere milanesi oggi, del sentirsi parte della città, la cui caratteristica principale è l’orgoglio di sapersi una comunità viva, in continuo cambiamento, che negli anni ha dato occasioni a tanti e tante continua a darne. Milano, come tutte le metropoli, ha enormi problemi, ma la sua marcia in più è l’orgoglio di chi la vive.
È facile, quasi banale, apprezzare le rigorose linee della moderna City Life, ma guardate – poche pagine più avanti, pochi chilometri più in periferia – la stupenda perfezione di macchie, pareti scrostate, vecchie tende, panni stesi ad asciugare di un palazzone-alveare, probabilmente abitato dai nuovi milanesi. Ecco, le pagine che abbiamo in mano sono uno scrigno ricco di memoria, un trattato di sociologia su una città che ha accolto e sa accogliere chi arriva da lontano, non negando a nessuno l’opportunità di dipingere o anche solo di immaginare il quadro dei suoi sogni, sia esso appena un disastrato patchwork o un ghirigori appena accennato.
Milano di oggi – nel senso del people multietnico e interclassista di cittadini e turisti – c’è perché in molte cose è quella di ieri avendone conservato e custodito l’umore, la geografia, perfino la struttura dei nuovi palazzi che rimandano ai cortili e ai ballatoi delle case di ringhiera del tempo andato. Lo stesso pescatore sulla Darsena mutua il gesto da suo nonno o suo padre che però – prima di sedersi pazienti ad attendere un pigo, un canevano o magari una trota marmorata – erano costretti a districarsi nel dedalo di auto parcheggiate che oggi – merito agli amministratori! – non ci sono più. L’uomo che un tempo leggeva il giornale formato lenzuolo in strada, ha sicuramente un nipote che adesso sfoglia il quotidiano sull’i.pad, perché comunque è la città col più alto tasso di lettura e non solo col maggior numero di case editrici. Le scritte – talvolta ammonimenti – sui muri ci dicono dell’attaccamento nel tempo dei cittadini ai loro quartieri. Infine, mi piace pensare che le antiche osterie e le mescite di vino sfuso – si chiamavano in dialetto “trani”, con riferimento al vino che arrivava dalla Puglia – sono state sostituite dai tanti ritrovi dove si mangia bene e si chiacchiera (e che per fortuna poco hanno a che spartire coi locali degli anni da dimenticare della “Milano da bere”).
Rispetto alle foto degli anni Settanta-Ottanta del secolo scorso, non c’è più la classe operaia con i cartelli col volto di Luciano Lama (e fortunatamente sono scomparsi anche i pantaloni da uomo a zampa d’elefante). C’è invece lo stesso tram giallo crema, come i primi prototipi del 1928. Anzi, ce ne sono ancora un centinaio, perfettamente funzionanti, simbolo della Milano del fare e disfare, ma che non butta nulla e valorizza la propria memoria, come patrimonio e prima risorsa rinnovabile, come appunto è l’energia pulita.
Ps: ogni singolo scatto meriterebbe una chiosa. Mi limito all’ultimo che ho citato, la foto del tram. Scorre alle spalle di una coppia che si bacia. Milano è città anche romantica, basta avere gli occhi per vedere, come quelli dei bravissimi Virgilio Carnisio, Claudio Argentiero, Silvia Lagostina, Roberto Venegoni, Giuliano Leone, Franco Pontiggia. A loro va il ringraziamento di uno nato in Sicilia e vissuto tanti anni a Roma, insomma che non avrebbe nulla da invidiare a Milano. E invece …

Testi di: Carlo Ottaviano
Pagine: 206
Illustrazioni: colore / bianco e nero


Acqua e agricoltura nel pianalto e nelle colline di Lombardia

Acqua e agricoltura nel pianalto e nelle colline di Lombardia

Carlo Meazza

Una sottile striscia di colline divide in Lombardia la fascia alpina e prealpina, con le sue cime innevate, le valli scoscese, i grandi laghi, dalla vasta e fertile pianura. E’ una striscia continua e variegata che percorre tutta la regione e che digrada dolcemente verso quella che viene definita pianura asciutta (distinta dalla cosiddetta pianura irrigua).
Un ricco apparato fotografico ad opera di Carlo Meazza illustra e ci fa conoscere l’acqua, l’agricoltura e l’ambiente: le risorse principali cioè che sono alla base dello sviluppo e anche della bellezza di questa zona, per molti versi unica nel panorama della Lombardia.

Fotografie di: Carlo Meazza
Pagine: 142
Editore: Sometti
Anno: 2009
Volume in consultazione


Archivio dello Spazio 3

Archivio dello Spazio 3: dall’archivio fotografico del Progetto beni architettonici e ambientali della Provincia di Milano

Autori vari

Terzo volume della serie dedicata all’indagine del territorio della provincia di Milano (capoluogo escluso): catalogo della mostra tenuta a Milano nel 1995, che vuol essere un momento di verifica del lavoro dopo il completamento di una fase di ricerca e di una campagna fotografica. Le immagini mirano a rappresentare il paesaggio e il territorio nel suo complesso. Il corpus dell’archivio servirà a documentare una stagione della fotografia di paesaggio italiana, individuando in più taluni sviluppi al suo interno e talvolta all’interno dell’opera dei singolo autori, che provengono da tutte le parti del Paese e rappresentano i contributi più qualificati in questo campo.

Fotografie di: Andrea Abati e altri
Testi di: Achille Sacconi, Roberta Valtorta
Pagine: 128
Editore: Art&
Anno: 1995
Volume in consultazione


Busto Arsizio in cartolina

Busto Arsizio in cartolina: I luoghi cari, 1895-1950

Autori vari

350 preziose e spesso sconosciute cartoline, che accompagnano le avvincenti ricostruzioni storiche del professor Adelio Bellotti, ci restituiscono un secolo di vicende individuali e collettive e le immagini di tante persone che per la loro città hanno lavorato e lottato.
Ne esce un quadro struggente ed appassionato che parla sia alla mente che al cuore.
L’opera è anche un viaggio tra le cartoline che sono valide testimonianze del costume, del volto di un’epoca con le quali è possibile anche rivisitare un gusto, una moda, una tendenza artistica dal liberty al realismo al Futurismo, soprattutto un immaginario collettivo.

Fotografie di: Luigi Riccardi e Achille Bernocchi
Testi di: Adelio Bellotti
Pagine: 157
Editore: Macchione
Anno: 1997
Volume in consultazione


Calci di passione

Calci di passione: Cento anni di storia sportiva a Busto Arsizio

Alberto Brambilla, Marco Linari, Carlo Magni

Il libro ricostruisce le complesse e variegate vicende calcistiche cha hanno interessato il territorio bustese. Si tratta di piccole e grandi storie, a volte simili a volte diverse, ma che hanno come un centro naturale e inconfondibile legato alla nascita (1881) e poi allo sviluppo della prima Società ginnastica locale, la “Pro Patria et libertate”; nata sulla spinta di istanze patriottiche – come facilmente si deduce dal nome – , ma poi evoluta nel tempo e dunque legata ai mutamenti storico-sociali che hanno naturalmente modificato la concezione dello sport.
Solo nel 1919 la “Pro Patria” si è dedicata sistematicamente anche al football, recuperando alcune importanti esperienze precedenti, in particolare quella dell’ “Aurora”, la società che probabilmente ha introdotto a Busto, nei primi anni del secolo XIX , il calcio, perlomeno quello giocato ad un certo livello.
Pur restando costantemente sullo sfondo la presenza, ora discreta, ora più invadente della “Pro Patria”, il volume lascia grande spazio alle altre molteplici esperienze che nel corso degli anni sono sorte a Busto Arsizio.
Attraverso queste pagine si ripercorre la storia delle diverse esperienze calcistiche presenti nel territorio, da quelle di più antica fondazione (come la “Borsanese”, fondata nel 1927 quasi a rivendicare l’identità di una comunità privata del proprio comune in favore di Busto) a quelle di creazione più recente.

Pagine: 231
Editore: Città di Busto Arsizio
Anno: 2003
Volume in consultazione


Campi di colore

Campi di colore

Vincenzo Castella

Il territorio rurale della pianura lombarda visto attraverso le immagini di Vincenzo Castella, fotografo napoletano che vive attualmente a Milano. Introducono il volume testi di Francesco Lechi, Demetrio Paparoni e Luigi Spagnol.

Fotografie di: Vincenzo Castella
Testi di: Francesco Lechi, Giorgio Gabriele Negri, Demetrio Paparoni, Luigi Spagnol
Pagine: 142
Editore: Electa
Anno: 2002
Volume in consultazione


Colline e ciminiere

Colline e ciminiere: I distretti industriali di Tradate e della Val d’Arno

Autori vari

Il Tradatese e la fascia collinare che, da Tradate, si protende verso ovest fino alla valle del torrente Arno è un’area nella quale la propensione all’iniziativa imprenditoriale è stata tale da renderla prototipo di quel “multidistretto” produttivo che caratterizza in maniera marcata, con la realtà della piccola impresa diffusa, la provincia di Varese
Dalle fabbriche di carrozze a cavalli alle successive carrozzerie per autoveicoli, dallo stampaggi di metalli alla produzione di bilance, affettatrici e altri strumenti di precisione, dalle primitive filature della seta ai moderni atelier della moda pronta, fino ai più recenti stabilimenti per la lavorazione delle materie plastiche con le lavorazione tipiche di pettini, bambole, giocattoli, occhiali.
Poi il grande spaccato sul capitolo dell’industria aeronautica insediata a ridosso dell’aeroporto di Venegono.
Senza dimenticare l’importanza strategica delle infrastrutture di trasporto per lo sviluppo dell’economia.
Una sezione del volume è dedicata alle testimonianze della cultura e dell’arte locale. Colline, ciminiere…e altro ancora.

Fotografie di: Claudio Argentiero e Roberto Bosio
Testi di: Raffaella Ganna, Alberto Grampa, Pietro Macchione, Giuseppe Morreale
Pagine: 494
Editore: Unione Industriali della Provincia di Varese
Anno: 2000

Volume disponibile presso la Biblioteca Civica di Castellanza


Cotton C.

Cotton & C. : Storia industriale di Busto Arsizio

Autori vari

L’epopea industriale di Busto Arsizio, che ha contribuito in misura significativa a scrivere la storia dello sviluppo economico del nostro Paese, è ormai bicentenaria.
Dalla diffusa presenza di manifatture tessil-cotoniere, che hanno reso celebre Busto Arsizio nel mondo, l’industria di questa città si è alquanto diversificata con il passare degli anni.
Il volume presenta anche una sezione dedicata alle testimonianze della cultura e dell’arte locale.

Fotografie di: Claudio Argentiero e Roberto Bosio
Testi di: Alberto Bertoni, Anna Maria Cozzi, Raffaella Ganna, Alberto Grampa, Pietro Macchione, Giuseppe Morreale, Pierluigi Zibetti
Pagine: 544
Editore: Unione Industriali della Provincia di Varese
Anno: 2001

Volume disponibile presso la Biblioteca Civica di Castellanza


Da impresa a impresa

Da impresa a impresa: Le industrie in Provincia di Varese

Pietro Macchione

Questo volume è il corollario di una serie di pubblicazioni promosse dall’Unione Industriali della Provincia di Varese tra il 1995 e il 2003, dedicate a ripercorrere il processo di industrializzazione che ha interessato le varie aree del territorio varesino. Si è trattato di un itinerario storico-geografico che ha messo in luce la dinamicità di un sistema imprenditoriale di antica tradizione.
I risultati delle ricerche storiche condotte, cha hanno portato alla serie di pubblicazioni ricordate, sono sintetizzati nella prima parte di questo volume, che offre così uno spaccato di storia industriale in una delle aree che hanno contrassegnato la storia dello sviluppo dell’intero Paese a partire dalla cosiddetta “rivoluzione industriale” della metà dell’Ottocento. A testimoniare , poi, la persistente vitalità e varietà del sistema industriale varesino, la seconda parte del volume contiene una breve descrizione dii tutte le circa 1.400 imprese associate all’Unione Industriali.
Ne risulta un affresco di grande estensione sia nella retrospettiva storica sia nella presentazione dell’attualità imprenditoriale. Un’attualità costellata di imprese quasi sempre di piccola dimensione, eppure non di minor successo rispetto a quelle di dimensioni maggiori.

Pagine: 829
Editore: Unione Industriali della Provincia di Varese
Anno: 2004
Volume in consultazione


Da una chiesa di pietra ad una comunita di cuori

Da una chiesa di pietra ad una comunità di cuori : 1852-2002

Lidia Borrini, Mario Galliani, Margherita Carrer

Pagine: 304
Editore: Alfa Print
Anno: 2003
Volume in consultazione


Donne nello sport a Busto Arsizio

Donne nello sport a Busto Arsizio

Alberto Brambilla

Volume in consultazione

Il volume, costruito su di un impianto rigorosamente scientifico, si sofferma grosso modo su due moneti specifici ma esemplari, riguardanti due discipline quali l’atletica e la palla al cesto, che videro a Busto Arsizio uno straordinario sviluppo. Essi sono cronologicamente compresi nel decennio 1920-1930, anni decisivi per Busto Arsizio, e in generale per le sorti del nostro paese, ma a lungo dimenticati. Il libro non intende però rivolgersi ai soli specialisti, ma attraverso lo sviluppo dello sport cerca di leggere i cambiamenti avvenuti nella società, puntando in particolare sulla mutata condizione femminile.
Il testo è corredato da molte fotografie, in gran parte inedite, che vogliono in qualche modo integrare la parte scritta, ma allo stesso tempo invitare a percorsi paralleli ed alternativi, così come propone il breve saggio finale, volutamente eterodosso, dal titolo “Percorsi fotografici al femminile. Istruzioni per l’uso”.

Pagine: 125
Editore: Freeman
Anno: 1999


I giorni che hanno fatto la Lombardia

I giorni che hanno fatto la Lombardia

Giancarlo Andenna

Pagine: 469
Editore: Banca di Legnano
Anno: 2007
Volume in consultazione


Il disastro aereo del 26 Giugno 1959 a Olgiate Olona

Il disastro aereo del 26 giugno 1959 a Olgiate Olona

Alberto Colombo

Volume pubblicato in occasione del cinquantesimo anniversario della sciagura aerea accaduta ad Olgiate Olona il 26 giugno 1959.
Per quell’avvenimento, di risonanza internazionale, vi furono il messaggio di cordoglio Papa Giovanni XXIII, la visita dell’arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini e di numerose personalità provenienti da tutto il mondo.
La causa della sciagura, per quanto controversa, è stata individuata in un fulmine che colpì l’aereo. La sciagura ha causato la morte di settanta persone: italiani, statunitensi, francesi, inglesi, cileni, tedeschi, israeliani, egiziani.
Da allora due generazioni hanno tramandato solo oralmente la memoria di tale evento che non fu mai oggetto di scritti, eccezion fatta per gli articoli di stampa.
Quest’opera si basa invece innanzitutto sui documenti: scelta rivelatasi esatta, tale da provare che la maggioranza delle informazioni circolanti sul disastro aereo olgiatese è riduttiva, né precisa , né verosimile: non evoca più fedelmente il fatto. Un fatto e i suoi protagonisti che questo volume racconta in sintesi, avvalendosi delle cronache di alcuni mass media italiani del tempo e, soprattutto, di documenti ignoti e di fotografie inedite.

Pagine: 207
Editore: Macchione
Anno: 2008

Volume disponibile presso la Biblioteca Civica di Castellanza


Il monte delle betulle

Il monte delle betulle : Brezzo di Bedero nella storia e nell’arte

Autori vari

Testi di: Mario Manzin e altri
Pagine: 132
Editore: Nicolini Editore
Anno: 1996
Volume in consultazione


Immagine Varese

Immagine Varese

Pietro Macchione

Il libro inizia con una carrellata di 22 schede che forniscono altrettante immagini di come Varese e la sua provincia sono state rappresentate nella storia: dalla civiltà delle palafitte fino alla Varese “Stazione di soggiorno e turismo” dei primi del Novecento, passando attraverso la romanizzazione, l vocazione mercantile, la fabbrica straordinaria del Sacro Monte, la civiltà della seta e il successivo distretto imprenditoriale con il mito del volo e il miracolo economico.
Il volume intercetta tutto ciò che ha avuto a che fare con l’esigenza di proporre il Territorio.

Testi di: Pietro Macchione
Fotografie di: Mauro Luoni, Franco Canziani, Archiovio Fotografico Rocca Borromeo
Pagine: 463
Editore: Macchione
Anno: 2008

Volume disponibile presso la Biblioteca Civica di Castellanza


La scoperta di Varese

La scoperta di Varese

Franco Pontiggia

Nelle intenzioni del fotografo Franco Pontiggia, questo volume è il completamento di una trilogia iniziata con “Albe e luci dei luoghi amati”, dove il tema centrale era il paesaggio, e proseguita con “Profumo di provincia” con la quale ha esplorato i luoghi della cultura. Con questo libro invece mette in luce gli aspetti meno scontati, meno risaputi, del capoluogo. I cortili, i monumenti, gli edifici, le ville, i giardini , ma soprattutto la vita.
A chi gli chiede se, in questa sua ricerca, abbia trovato del nuovo, risponde così: “il nuovo è sotto gli occhi di chiunque voglia vedere. Guardiamo il centro storico. Con l’arredo urbano si sta attuando quel che mi piace definire un’autentica rivoluzione culturale. In corso Matteotti, via Albuzzi, via Cattaneo, via san Martino, piazza Carducci si sono create o ricreate condizioni di vivibilità fino a ieri impensabili. E’ una gioia per tutti. Per me un motivo di soddisfazione in più viene dal sapere che progettista di tale rinnovamento è Ettore Mocchetti, mio compagno di allegrie e follie giovanili. Anche l’iniziativa privata sta facendo la sua parte. La facciate degli edifici riprendono colore, si restaurano case per lungo tempo lasciate nell’incuria, si riaprono antichi cortili, nascono o rinascono botteghe e negozi, ristoranti e luoghi di ritrovo, tra piazze vi si stabiliscono atmosfere direi di intimità. Un ambiente che, liberato dalle auto, invita all’incontro, alla sosta, a ritrovare il piacere della conversazione tra amici. Tutto ciò mi entusiasma e mette le ali alla mia macchina fotografica. Naturalmente Varese non si esaurisce nel centro storico. Per questa ragione ho dato spazio anche alle castellanze, ai rioni e ai dintorni, riservando un occhio particolare alle ville”.

Testi di: Gaspare Morgione
Fotografie di: Franco Pontiggia
Editore: Edizioni del Capricorno
Anno: 1995
Volume in consultazione


La societa del quartetto di Busto Arsizio

La Società del Quartetto di Busto Arsizio : 1949-1999 : 50 anni di attività

Giorgio Ambrosetti, Paola Colombo Mazzucchelli, Giuseppe Pacciarotti

Sul finire degli anni ’40 del Novecento nasceva a Busto Arsizio una società musicale la cui origine va ricercata nell’intuizione di un gruppo di bustesi, animati dalla giovane pianista Anna Taborelli, che ritennero i tempi maturi per un’esperienza analoga a quella di grandi capitali musicali e soprattutto a quella di Milano.
Nella ricorrenza del cinquantesimo anniversario di fondazione della Società del Quartetto di Busto Arsizio veniva pubblicato questo volume per ricordare tutti coloro che sono stati gli artefici della sua storia, ponendo in evidenza la singolare comunità delle sue manifestazioni ed il valore artistico degli interpreti.
Il volume offre inoltre l’occasione per un’indagine storica, seppure parziale, volta alla ricerca delle radici musicali e culturali delle più importanti omonime associazioni musicali sorte nella seconda metà dell’Ottocento in alcune città dell’Italia appena unificata.

Pagine: 157
Anno: 1998

Volume disponibile presso la Biblioteca Civica di Castellanza


La sponda operosa

La sponda operosa : società, industria e arte da Sesto Calende a Maccagno

Pietro Macchione, Alberto Bertoni

La sponda del Lago Maggiore è stata una di quelle aree, favorita dapprima dalla presenza stessa del lago come importante via di comunicazione tra la Padania e il centro Europa e, successivamente, dalla costruzione di linee ferroviarie internazionali.
Il passato ci tramanda, oltre alle vestigia di un’industria che è stata l’artefice della modernizzazione e del benessere per questa zona affacciata sul Verbano (non a caso ribattezzata dagli autori “sponda operosa”, in contrapposizione alla tradizionale e riduttiva denominazione “sponda magra”), anche le testimonianze di un’arte che, insieme alla risorsa “lago”, merita di essere valorizzata.

Fotografie di: Studio fotografico Angelo Veronesi, Studio fotografico Sangalli, Nerina Bergonzoli, Claudio Giorgetti, Aldo Mongodi, editore Nastro & Nastro
Pagine: 261
Editore: Macchione
Anno: 1995

Volume disponibile presso la Biblioteca Civica di Castellanza


La terra e le acque

La terra e le acque

Beniamino Terraneo

Quarto volume della collana “Osserva.Te.R.”. che intende analizzare e rappresentare il territorio rurale della pianura lombarda.
Ad essere qui affrontati sono i caratteri costitutivi, originali del territorio: e cioè la terra, esaminata nei suoi materiali rocciosi e nella sua morfologia; l’acqua, quella naturale die laghi, dei fiumi e dei fontanili; il clima, nel suo costante mutare e la vegetazione, quella le cui tracce troviamo in ristretti areali; e infine i suoli, corpi vivi che raccolgono nel loro aspetto la storia dell’interazione fra tutti i caratteri che precedono: dai loro reciproci rapporti, dalla loro unione costante eppure mutevole e discontinua nel lungo periodo, è nato non solo il paesaggio, ma la società e l’economia della Lombardia.
I contributi pubblicati sono opera di docenti universitari, dii tecnici e d esperti delle varie discipline che, con una non facile capacità di sintesi e di chiarezza espositiva, affrontano e descrivono questi elementi, rendendo accessibili le caratteristiche della nostra pianura e le difficoltà con cui l’uomo ha dovuto confrontarsi, aggiungendo così un ulteriore, valido tassello alla comprensione di come è oggi e di come è venuto a costruirsi nel tempo il nostro territorio.
L’apparato fotografico, ampio e documentato, è frutto del lungo lavoro di Beniamino Terraneo, fotografo che da lungo tempo si dedica ai temi della natura e del paesaggio.

Fotografie di: Beniamino Terraneo
Testi di: Romano Rasio, Andrea Ajmar, Luca Alberti, Vincenzo Francani, Paolo Lassini, Luigi Mariani, Franco Previtali, Roberta Valtorta
Pagine: 179
Editore: Electa
Anno: 1999
Volume in consultazione


Le Chiese in Valle Olona

Le chiese in Valle Olona : storia, testimonianze e immagini del cammino di fede

Marino Bianchi, Mario Alzati

Il libro, nelle intenzioni del fotografo Marino bianchi, ha lo scopo di illustrare tutti i luoghi di culto del Medio Olona, alcuni dei quali aperti ai fedeli solo in particolari ricorrenze e pertanto poco conosciuti, cercando nel contempo di raffigurarli come una sua visione a volte, forse, diversa da quella abituale.
La sezione dedicata ai testi, curati da Mario Alzati, si basa sulle pubblicazioni edite nei sette comuni della Valle Olona in cui le chiese esaminate hanno sede, frutto del lavoro di studiosi ed appassionati di storia locale.

Fotografie di: Marino Bianchi
Testi di: Mario Alzati
Pagine: 206
Editore: Prodigi Edizioni
Anno: 2014

Volume disponibile presso la Biblioteca Civica di Castellanza


Le stagioni in Valle Olona

Le stagioni in Valle Olona : paesaggi e meraviglie della natura

Giuliana Amicucci Dal Piaz, Marino Bianchi

L’Olona e la sua valle hanno valori floristici e paesaggistici che sorprendono. Questo libro rappresenta una testimonianza di ciò che convenga fare o non fare per la tutela della flora relitta qua e là tra un breve sentiero, un tratto di strada ferrata, un pendio scosceso e un’ansa golenale.
Tutto ciò che qui è scritto e fotografato ha il sapore di una contagiosa vena poetica: i colori della primavera o dell’autunno, l’aridità e la calura estiva come il fulmine e il temporale, il gelido apparire dell’inverno nel fiorire della galaverna e della brina, le acque lente o rapide, ora limpide ed ora minacciose.

Fotografie di: Marino Bianchi
Testi di: Giuliana Amicucci Dal Piaz
Pagine: 143
Editore: gMc
Anno: 2000

Volume disponibile presso la Biblioteca Civica di Castellanza


Lombardia i paesaggi della pianura

Lombardia: i paesaggi della pianura

Autori vari

La pianura lombarda risulta dall’evoluzione di numerosi elementi che l’hanno costruita nel tempo: le acque, il suolo, le coltivazioni, le cascine, gli animali, la vegetazione, l’abitare, l’azione e la presenza quotidiana dell’uomo… È un territorio fortemente antropizzato e altamente produttivo, ma ricco ancora di spazi agricoli, di segni e di presenze naturali e culturali di grande valore storico e identitario. Per la comprensione e la gestione di questo territorio, è stato avviato il progetto Osserva.Te.R. – Osservatorio del Territorio Rurale, che ne esamina e rappresenta gli elementi costitutivi e caratterizzanti. Ognuno di questi elementi è stato studiato nelle sue specificità da esperti di varie discipline, rappresentato dai maggiori fotografi italiani e pubblicato in 10 volumi monografici. I risultati complessivi sono riassunti in questo volume, che presenta, attraverso una serie di scritti e oltre 100 immagini, i vari paesaggi della pianura, dando conto della loro complessità e varietà, che fanno della pianura lombarda uno dei territori più fertili, ricchi e abitati del mondo.

Fotografie di: Giampietro Agostini, Gabriele Basilico, Maurizio Bottini, Vincenzo Castella, Vittore Fossati, Francesco Jodice, Mimmo Jodice, Giuseppe Morandi, Cristina Omenetto, Francesco Radino, Beniamino Terraneo
Testi di: Giorgio G. Negri, Emilio Tadini, Maria Cristina Treu, Eugenio Turri, Roberta Valtorta
Pagine: 183
Editore: Silvana Editoriale
Anno: 2011
Volume in consultazione


Marnate

Marnate: Ul me caar Marnà : pagine di storia e tradizioni marnatesi

Giuliano Cerana

Il volume ricostruisce la storia, le tradizioni e la cultura marnatese basandosi su materiale proveniente dall’archivio comunale e da quelli delle parrocchie, nonché da immagini fotografiche realizzate da un gruppo di alunni delle scuole elementari.

Pagine: 82
Editore: Comune di Marnate
Anno: 1981
Volume in consultazione


Milano e il volto del suo governo

Palazzo Marino : Milano e il volto del suo governo

Autori vari

Fotografie di: Gianni Berengo Gardin, Rossella Bigi, Giovanni Chiaramonte
Testi di: Guido Vergani
Pagine: 179
Editore: Amilcare Pizzi
Anno: 1989
Volume in consultazione


Non solo amaretti

Non solo amaretti : le grandi tradizioni di Saronno e del suo territorio

Pietro Macchione, Alberto Bertoni

Nel Saronnese il settore industriale si è sviluppato tra Ottocento e Novecento, facendo anche tesoro del sorgere delle Ferrovie Nord, e ha dato marchi famosi in tutto il mondo: Lazzaroni, I.L.L.V.A., CEMSA, Isotta Fraschini, Parma cassaforti, Cotonificio Poss, Torley und Frank e tanti altri.
Non mancano però altri momenti importanti nella storia di Saronno: dal dominio Visconteo-Sforzesco sino alla presenza di diversi ordini di frati. E poi la cultura artistica che ha prodotto risultati di eccezionale qualità. Si pensi al Santuario della Beata Vergine dei Miracoli con i rinascimentali affreschi di Bernardino Luini e Gaudenzio Ferrari.
Attività economiche ed opere d’arte che caratterizzano anche gli altri comuni dell’area saronnese.

Pagine: 115
Editore: Macchione
Anno: 1995

Volume disponibile presso la Biblioteca Civica di Castellanza


Olona

Olona : il fiume, la civiltà, il lavoro

Pietro Macchione, Mauro Gavinelli

Partendo dalle attività di pesca fiorenti nei secoli scorsi, passando attraverso la presenza dei numerosi mulini, fino alla trasformazione nei primi opifici industriali che sfruttavano la forza motrice delle acque, il volume mette in evidenza la continuità, attraverso i secoli, del ruolo centrale che il fiume ha avuto per l’economia della valle e , a partire dagli inizi dell’800, per lo straordinario sviluppo delle attività manifatturiere.
La valle Olona è stata una delle culle dell’industria, in Italia e in Europa. Da lì l’imprenditorialità tipica della gente del luogo si è propagata facendo assumere all’economia di una vasta aerea circostante una caratterizzazione marcatamente industriale. Il distretto, dalla primitiva connotazione tessile-cotoniera, è andato evolvendosi diversificando le produzioni.
Le vestigia di questa industriosità che attraversa i secoli sono rintracciabili anche nella significativa presenza di monumenti d’arte (Castiglione Olona, Castelseprio, Torba) che il volume segnala in un’apposita sezione accompagnata da corredo iconografico.

Fotografie di: Claudio Argentiero e Roberto Bosio
Pagine: 359
Editore: Macchione
Anno: 1998

Volume disponibile presso la Biblioteca Civica di Castellanza


Ospedale di Legnano un secolo di storia

Ospedale di Legnano, un secolo di storia : origini, sviluppo, realtà attuale e prospettive future

Giorgio D’Ilario

La storia di Legnano si intreccia con quella del suo ospedale. Questo volume ripercorre, nel centenario della fondazione, le tappe della storia dell’ospedale, partendo dal primo padiglione che, nell’ottobre del 1903, era stato l’embrione di una cittadella ospedaliera, che gli uomini di quel tempo, i Candiani, i Bernocchi, i Dell’Acqua, i Banfi e tanti altri benefattori avevano saputo delineare.
L’autore offre una documentazione autorevole ed ampia, compiendo anche un excursus sull’origine degli ospedali e sulla storia della Medicina.

Pagine: 351
Editore: Azienda Ospedaliera Ospedale Civile di Legnano
Anno: 2003

Volume disponibile presso la Biblioteca Civica di Castellanza


Pagine di territorio

Pagine di territorio : racconti e visioni fotografiche di (s)confine

Autori vari

16 storie scritte e una storia fotografica di 16 autori diversi che narrano le persone, il contesto, l’atmosfera, la qualità e le contraddizioni di un territorio (di) con-fine “nascosto” tra i laghi e la Svizzera. Un insieme di punti di vista, fatto di sguardi, riflessioni, ironia e considerazioni critiche, mai superficiali, che illustra le qualità e il fascino di questo territorio e che rievoca storie di uomini, luoghi e costumi irreversibilmente mutati.

Fotografie di: Claudio Argentiero
Testi di: Benzoni, Bollazzi, Brambilla, Castellan, Chiericati, Cova, Franchini, Giromini, Lomurno, Oprandi, Prando, Rossi, Squizzato, Tafi, Tamburini, Vedani
Pagine: 157
Editore: Benzoni
Anno: 2013
Volume in consultazione


Palazzo Lombardia

Palazzo Lombardia

Paolo Caputo

Il progetto per Palazzo Lombardia è costituito da tre parti: la torre, alta 161 metri per quarantatré piani, il basamento da sette e otto piani, e il giardino lineare. Un edificio che incarna appieno i caratteri di innovazione e contemporaneità, perfettamente in linea con il percorso dell&’architettura milanese. Il volume racconta la storia completa e dettagliata di questa opera attraverso testi critici e descrittivi, disegni, schizzi, scatti di cantiere e immagini dell’architettura ultimata.

Pagine: 191
Editore: Forma
Anno: 2017
Volume in consultazione


Parco agricolo sud Milano

Parco agricolo sud Milano

Gabriele Basilico, Gianni Berengo Gardin

Da quando venne inventata la fotografia, la suggestione di poter ritrarre uomini e ambienti “così come sono” si è affiancata all’altra volontà piena di valenze impressionistiche dii poter interpretare la realtà, di dare di essa, attraverso l’occhio soggettivo del fotografo, immagini cariche di maggio significato di quanto gli oggetti di per sé apparentemente non offrono.
Un libro fotografico su un’area geoantropica, come è il Parco Agricolo Sud Milano, si presta dunque ad un’eccellente sfida fra due modi di raccontare la realtà, modi che si integrano e che danno comunque la possibilità di affiancare il documento all’opera d’arte, che tali sono, di fatto, le fotografie selezionate in questo volume da Gianni Berengo Gardin e Gabriele Basilico, due tra i più prestigiosi fotografi di paesaggi che “sul campo”, in decenni di attività artistica e documentaristica, hanno descritto la mutevole realtà del territorio italiano e lombardo in particolare.

Fotografie di: Gabriele Basilico e Gianni Berengo Gardin
Pagine: 125
Editore: Prometheus
Anno: 1999
Volume in consultazione


90° anno Pro Patria et libertate: 1919-2009

90° anno Pro Patria et libertate: 1919-2009

Autori vari

Il volume, pubblicato in occasione del 90° anno di fondazione , racconta per immagini il cammino della Pro Patria .
Accanto a materiale storico ed alle testimonianze delle “vecchie glorie”, viene presentato materiale nuovo e di qualità. I giocatori della stagione corrente sono stati immortalati in situazioni curiose e non comuni, ripresi come sculture pennellate dalla luce. Insieme a queste immagini, quelle dei tifosi con le loro coreografie e quelle delle azioni di gioco. Infine i volti delle “vecchie glorie”, che si muovono con passi di danza di fronte all’obiettivo, con ironia e complicità.

Fotografie di: Claudio Argentiero, Umberto Armiraglio, Antonio Saia, archivi storici
Pagine: 143
Anno: 2009

Volume disponibile presso la Biblioteca Civica di Castellanza


Terra di pionieri : l'industria a Gallarate e nei centri della brughiera

Terra di pionieri : l’industria a Gallarate e nei centri della brughiera

Pietro Macchione, Alberto Grampa

Il presente volume prende in considerazione il processo di industrializzazione della città di Gallarate e di quella porzione del Gallaratese che si protende verso il fiume Ticino. Un’area che ha partecipato fin dalle origini alla formazione dell’apparato produttivo italiano, caratterizzata dalla presenza di una diffusa industria tessile e dall’industria aeronautica.
Una sezione del volume è dedicata alle testimonianze della cultura e dell’arte che, dai reperti preistorici della “Civiltà di Golasecca”, passando attraverso i monumenti del Contado del Seprio fino alle roccaforti dei Visconti, hanno continuato ad abbellire il territorio facendone uno dei più interessanti della Lombardia per l’ampiezza dell’arco temporale di cui fanno memoria.

Fotografie di: Claudio Argentiero, Roberto Bosio Saia
Pagine: 448
Editore: Macchione
Anno: 2009

Volume disponibile presso la Biblioteca Civica di Castellanza


Uomini, Terra, Lavoro

Uomini, Terra, Lavoro

Giuseppe Morandi

Fotografie di: Giuseppe Morandi
Testi di: Giorgio Bonalume, Eugenio Camerlenghi, Arturo Carlo Quintavalle
Pagine: 168
Editore: Electa
Anno: 1999
Volume in consultazione


Vegn chi balen

Vègn chi, balén : poesie e testi nei dialetti della provincia di Varese

Luciana Ruffinelli, Andrea Aliverti

I dialetti lombardi sono riconosciuti dal Consiglio Regionale come ricchezza da custodire e tramandare, vengono tutelati perché carichi di una storia importante, sia nei contenuti che nella loro stessa forma, che ci riporta indietro non solo nei secoli, ma addirittura nei millenni.
I nostri dialetti sono molto più antichi dello stesso italiano e spesso conservano traccia di parlate preistoriche. In questo testo sono riproposti saggi che sostengono che nel dialetto di Busto Arsizio permangano echi della lingua dei primitivi Liguri stanziati nell’Italia del Nord, una lingua che i Celti e i Romani non riuscirono a scalzare del tutto.
Ma questo volume è nato soprattutto dalla voglia di uscire dal campo delle ipotesi e delle discussioni sulle origini e sulle differenze dei dialetti varesini, per compiere invece un’opera di divulgazione dei nostri dialetti, considerati nella loro bellezza intrinseca, nella loro freschezza, nella molteplicità dei loro risultati.

Pagine: 131
Anno: 2009
Volume in consultazione


Castellanza : immagini e parole : storia, tradizioni e passioni di una comunità

Castellanza : immagini e parole. Storia, tradizioni e passioni di una comunità

Andreina Colombo Passoni

Benché l’autrice espressamente affermi che suo obbiettivo non è quello di offrire ai propri lettori un libro di storia ma, semmai, di raccontare le “storie” della comunità a cui essa appartiene sin dalla nascita, esso tocca – quasi inevitabilmente – una serie di temi e interrogativi storiografici. Le “storie” proposte documentano non solo le implicazioni che i grandi fatti della storia ( le due Guerre Mondiali, la ricostruzione post-bellica, gli anni del “boom” economico) hanno avuto sulla comunità di Castellanza, mutandone usi, consuetudini e forme del vivere quotidiano, ma ridanno altresì voce a quelle tradizioni e a quella memoria collettiva che per essere ancora oggi parte viva e presente di una comunità hanno necessariamente bisogno di essere non solo tramandate, ma di essere anche conosciute e fatte proprie.
Suscitano poi interesse le fonti alle quali l’autrice attinge: fonti scritte, testimonianze orali da lei raccolte, memorie sue personali, varie “spigolature”, piccoli fatterelli che ripropongono non solo la storia di tanti uomini e donne vissuti a Castellanza nel corso del tempo, ma danno anche spazio ai luoghi materiali (monumenti, luoghi di culto, palazzi e cortili, luoghi di aggregazione ed esercizi commerciali ormai scomparsi) che ben documentano l’identità profonda di una comunità.

Pagine: 740 (2 volumi)
Anno: 2019

Volume disponibile presso la Biblioteca Civica di Castellanza