Biografia
Mi sono avvicinato alla fotografia nel 1985 per documentare i miei viaggi in giro per l’ Europa.
In seguito ho iniziato a frequentare I circoli fotografici della mia zona e a seguire alcuni corsi, seminari e workshop tenuti da professionisti ( Roberta Valtorta, Piero Pozzi, Laura Losito, Mario Cresci, Edward Rozzo, Olivo Barbieri, Marco Frigerio, Annalisa Russo, Paola Riccardi, Joe Oppedisano ) che mi hanno trasmesso le loro conoscenze e la passione per la fotografia: la magia del bianco e nero, le regole della composizione, la tecnica dell’inquadratura, il fascino del grande formato, il saper raccontare per immagini la storia dei grandi fotografi…, o almeno ci provo.
Mi dedico principalmente alla fotografia di concerti e rappresentazioni teatrali, oltre che al paesaggio e architettura sempre utilizzando obiettivi per la correzione della prospettiva che ritengo indispensabili, sia in digitale che in pellicola.
Milano: la città silente
Poi viene agosto. Come ogni anno, come tutte le grandi metropoli, specialmente nella settimana di Ferragosto, Milano e il suo pulsare si fermano, cessa il movimento frenetico dei pendolari, le vie si svuotano, le saracinesche restano abbassate, i lavoratori non si notano, i clienti non appaiono.
Strade, case, uffici, negozi e servizi pubblici caratterizzano la città, ma quello che colpisce è la mancanza della massa umana che ogni giorno vi abita o lavora, i tram pieni di persone, il logorio della vita moderna, i passi veloci e le vite di corsa.
Ogni cosa rallenta, sembra prendere fiato, solo le vie, i musei, i negozi frequentati dai turisti sono presi d’assalto, ma solo nelle ore centrali, solo nelle vie del centro, solo dai pochi lavoratori obbligati a esserci.
Nei luoghi tipicamente dedicati al lavoro, la città vive una giornata ovattata, immersa dal silenzio, non disturbata da alcun rumore.
Così Milano diventa silente e la città si mostra nella sua struttura architettonica, si esibisce come una modella spogliata, racconta del suo passato attraverso le strade come fossero le linee della mano: esibisce i suoi trofei (i monumenti), le sue ferite (i lavori in corso), le sue arterie (stradali), orgogliosamente scritto negli angoli delle vie, nelle fontane delle piazze, nella pavimentazione in marmo luccicante delle gallerie, nei corrimani delle scalinate.
Se la conosci, la città ti consente di vedere senza essere visto, di raccontare la sua storia attraverso la fotografia, di essere testimone del tempo che scorre e che cambia.