“Il territorio della provincia di Cremona può apparire come l’esempio archetipico della dimensione orizzontale padana. Prospettive senza sfondi, la piatta infinitezza degli spazi, il susseguirsi geometrico e monotono di forme modulari: campi, filari, rogge e canali, insediamenti produttivi. Insomma, una sorta di Mondrian verde-azzurro-grigio. Si tratta di uno stereotipo. A un osservatore più attento che non si accontenti della visione macroscopica d’insieme, e soprattutto dello sguardo frettoloso dal finestrino di un’automobile, da un treno in corsa, la terra cremonese si rivela un microcosmo assai più complesso, attraverso il quale è possibile leggere i segni di un’antichissima vicenda evolutiva, in cui si alternano e si sovrappongono l’azione naturale della geologia e quella artificiale dell’uomo”
(da “Cremona e Provincia ”, Touring Club Italiano)