Fondo Fotografico Roberto Bosio

Parco Agricolo Sud Milano - 2006


Biografia

Roberto Bosio
Roberto Bosio inizia ad interessarsi di fotografia a partire dal 1991, partecipando a diverse ricerche finalizzate alla documentazione del paesaggio lombardo, alle quali tutt’ora lavora e ha collaborato con editori per alcuni libri e con l’Unione Industriali della provincia di Varese. E’ impegnato in campagne fotografiche per la pubblicazione di volumi e per la realizzazione di mostre itineranti. Da tempo si dedica inoltre a ricerche personali, ottenendo consensi di critica per l’originalità dei progetti e delle tecniche impiegate.
Ha sperimentato antiche pratiche di stampa partecipando a corsi specifici.
Annovera numerose esposizioni collettive ed è autore di mostre personali in Italia e all’estero ed è presente in fiere specializzate a Milano e Parigi.
Particolarmente apprezzato il progetto fotografico “Interni d’arte”, pubblicato nel libro della collana d’autore AFI, “Varese una provincia da amare” (2013).Qui Bosio intraprende un viaggio nel Varesotto, tra Rinascimento ed Ottocento, coniugando amabilmente ville storiche e interni con elementi originari, scale marmoree, boiserie, pavimenti in legno e volte affrescate. Una ricerca affascinante attraverso il tempo e lo spazio, le luci e i colori e le gradazioni cromatiche di villa Buttafava, villa Cicogna Mozzoni, villa Bossi, villa Borghi.
Il suo percorso di documentazione sulla valle Olona è stato, in parte, pubblicato nel libro “Il tempo della valle” (2012), edito sempre dall’AFI, così come in “Terre, identità, lavoro. L’agricoltura vista dalla fotografia” (2012) dove Bosio si concentra sull’architettura agricola in abbandono nella provincia di Novara. Un lavoro che si colloca tra la documentazione di un bene collettivo da tutelare e una più attenta interpretazione fotografica che, nella sua pulizia formale, svela un mondo poetico e ammaliante.
Tuttavia, la ricerca fotografica di Roberto Bosio non è mai paga, così scopriamo anche lavori di sperimentazione sulle geometrie del corpo, nel libro “Fotografia d’autore. Gli sguardi, le storie, le ricerche” (2013).
Il lavoro di Bosio tratteggia una particolare visione del corpo umano femminile; poco interessato ad una visione realistica, trasforma il corpo in forme spigolose e solide, ma anche sinuose ed armoniose e dalla fisionomia astratta e coinvolgente.
Nei suoi progetti indaga le città, spesso scegliendo la notte come momento massimo di espressione. I suoi scatti rivelano dicotomie percettive, da una parte il silenzio, dall’altra la vivacità dei colori e dei luoghi di ritrovo che, paradossalmente, vivono una dimensione atemporale, sospesa e misteriosa, lontana dalla frenesia cittadina.
Le sue ultime pubblicazioni: “Legnano, la città, gli sguardi, la luce” (2015), “Novara, dialoghi visivi tra architetture e paesaggio” con Claudio Argentiero (2015), “Castellanza, sguardi- memorie-futuro” (2016), “Varese. Il bianco il nero, il colore”, con Franco Pontiggia e Claudio Argentiero (2019).
È membro dell’Archivio Fotografico Italiano con incarichi organizzativi