Fondo Fotografico Franco Pontiggia

Milano - UmanaMI anni 80


Biografia

E’ innegabile che per Franco Pontiggia nutro un affetto e una stima considerevoli, e poter approfondire il suo lavoro studiando il percorso professionale e i tanti progetti editoriali, è come se il nostro dialogo continuasse tra terra e cielo.
Proseguo nella selezione del grande patrimonio lasciato dal fotografo, fatta tra migliaia di scatti della collezione Afi, che evidenziano una capacità di sintesi visiva originale e uno stile riconoscibile.
Guardando queste fotografie, dai colori apparentemente stinti, è come se facessimo un salto indietro nel tempo, senza riuscire a definire un preciso periodo storico, se non attraverso alcuni elementi inclusi nell’inquadratura.
La scelta di titolare la serie umanaMI è perché tutto sembra così lento, a misura d’uomo, anche le relazioni umane appaiono gentili e meno distaccate, generate da una coscienza comunitaria e incorniciate da armonia e decoro.
Forse per l’affannata rincorsa ad una crescita economica, alle assuefazioni del consumismo, all’uso sfrenato delle tecnologie che ci isolano – basti osservare l’uso ossessivo dei cellulari alle fermate dei bus o della metro – siamo giunti ad un disorientamento identitario, all’emergere di un egocentrismo latente e inverecondo, perdendo di vista le piccole grandi cose che la vita ci riserva.
Senza smanie paternalistiche, e consci che indietro non si torna, consentiamo alla bellezza, all’arte e alla cultura di innalzare lo spirito del nostro pensiero.
Per questo, lasciamoci avvolgere dal soffio corposo della poetica che le fotografie di Pontiggia incarnano, capaci di fermare il tempo e l’istante essenziale della vita umana, allargando la nostra visione. (Claudio Argentiero)

Franco Pontiggia, giornalista pubblicista, nasce a Varese nel 1938.
Comincia a fotografare nel 1965, coltivando una passione già viva fin dalla giovane età e nata con l’amore per il viaggio e per l’osservazione curiosa degli spettacoli della vita. Professionalmente nasce come fotografo di basket, con immagini pubblicate su una enciclopedia Mondadori.
Caratterizzano la sua carriera di fotogiornalista numerosi premi, tra cui l’Obelisco di Cristallo, conferitogli alla Photokina di Colonia nel 1970, il Primo Premio Colore nel concorso nazionale giornalisti del 1985 e una segnalazione del World Press di Amsterdam.
Numerosi sono i suoi lavori fotografici: tre cartelle con sue foto di grande formato e oltre dieci libri in gran parte ispirati dall’amore per il territorio varesino e per i suoi abitanti.
Sono per lo più opere articolate, in un sottile equilibrio tra l’immagine e la parola, anche ironica, scritta da firme come quelle di Piero Chiara, Gaspare Morione e Chiara Zocchi.
I più noti: Varese ieri e oggi; I luoghi Amati ;I Luoghi della la Vita; I Luoghi, le acque, i ludi; Albe e luci dei luoghi amati; La Festa della Vita; Profumo di Provincia; La scoperta di Varese; Spazi evocanti il mistero; I Mondi dentro al Mondo; Donne Donne.
Ha altresì collaborato a testate prestigiose, come: Atlante, Atlas, Weekend, Corriere della Sera Illustrato, Epoca, Gente Viaggi, Bell’Italia, Bell’Europa.
Ha girato l’Europa e il mondo con sguardo attento e sensibile, realizzando fotografie memorabili, pubblicate su libri e riviste.
Si spegne nel febbraio 2006, lasciando un patrimonio di immagini e di sapere, che la moglie e la famiglia custodiscono con amore.
Le immagini seguono un comune filo conduttore: dai luoghi amati, come omaggio alla propria Terra e ai Paesi che più lo hanno affascinato, alla festa della vita, come metafora dell’esistenza, racchiusa negli scatti delle tante persone che ha incontrato nei suoi viaggi in Europa, cogliendone sguardi di una tenerezza inaudita.